Agopuntura senza aghi: metodi alternativi per chi teme le punture e gli aghi
La paura degli aghi (agofobia o belonefobia) è molto più diffusa di quanto si pensi: si stima che circa il 10-15% degli adulti provi un’ansia significativa all’idea di una puntura. Questo può rappresentare un ostacolo non solo alle pratiche mediche convenzionali, ma anche all’accesso a discipline terapeutiche come l’agopuntura, nota per i suoi benefici sul dolore cronico, l’ansia, i disturbi digestivi e il benessere generale. Negli ultimi decenni, però, la ricerca e la pratica clinica hanno valorizzato una serie di tecniche alternative prive di aghi, capaci di stimolare i medesimi canali energetici senza la necessità di penetrare la pelle. Queste metodiche hanno radici profonde, specialmente nella tradizione giapponese, dove si è sviluppata l’arte dello Shonishin, inizialmente pensata per i bambini e oggi applicata con successo anche agli adulti sensibili o fobici.
AGOPUNTURA PER DISTURBI SPECIFICIL'AGOPUNTURA NEL MONDO
Francesco Giombini
5/10/20254 min read


In questo articolo esploreremo le principali opzioni di “agopuntura senza aghi”, analizzandone il funzionamento, i vantaggi clinici e le indicazioni pratiche per chi desidera avvicinarsi a queste terapie in sicurezza.
Che cos’è lo Shonishin e perché è rilevante anche per gli adulti
Lo Shonishin (小児鍼, “agopuntura pediatrica giapponese”) nasce nel XVII secolo in Giappone come risposta pratica a un problema: trattare bambini che non tolleravano gli aghi. A differenza dell’agopuntura cinese classica, lo Shonishin non prevede l’inserimento cutaneo. Viene eseguito con strumenti metallici lisci o smussati che vengono passati, sfiorati, picchiettati o strofinati sulla superficie cutanea.
Sebbene originariamente concepito per i più piccoli, questo approccio si è dimostrato efficace anche negli adulti che presentano ipersensibilità cutanea, ansia, fobia degli aghi o stati di fragilità clinica. Infatti, la stimolazione superficiale riesce comunque a influenzare i canali energetici e le risposte neurofisiologiche, attivando processi di regolazione autonoma e migliorando la percezione del dolore.
Per gli adulti che rifiutano l’idea di aghi penetranti, lo Shonishin rappresenta dunque una valida alternativa terapeutica, capace di offrire un’esperienza rassicurante, indolore e spesso sorprendentemente efficace.
Strumenti principali utilizzati nello Shonishin
Teishin ed Enshin: gli strumenti smussati
Gli strumenti più comuni nello Shonishin sono i teishin e gli enshin, derivati dall’antica classificazione delle “nove tipologie di ago” citata nel Ling Shu.
Teishin: ha la punta arrotondata, simile a un piccolo seme, ed è usato per pressioni leggere o micro-massaggi puntuali.
Enshin: caratterizzato da un’estremità sferica più ampia, viene utilizzato per strofinamenti dolci e lineari lungo il decorso dei meridiani.
Entrambi non penetrano la pelle e sono percepiti dal paziente come un tocco delicato, talvolta appena percettibile.
Strumenti per sfioramento e tapping
Altri strumenti tradizionali includono piccoli martelletti o spatoline (chokishin, herabari), usati per picchiettare o stimolare aree cutanee a ritmo rapido. Questi gesti possono indurre una sensazione di rilassamento simile a quella di un massaggio profondo.
Press-spheres e press-tack needles
Per prolungare l’effetto terapeutico si possono applicare microsfere adesive o piccoli aghi superficiali autoadesivi (press-tack) che rimangono sulla pelle alcuni giorni. Anche in questo caso, la stimolazione è minima e quasi impercettibile, ma sufficiente a mantenere attivo il segnale di regolazione energetica.
Moxibustione: il calore come terapia
Un’altra tecnica non invasiva, spesso associata o alternativa all’ago, è la moxibustione. Essa consiste nell’applicazione di calore prodotto dalla combustione di Artemisia vulgaris, un’erba medicinale, vicino alla pelle o tramite strumenti riscaldati.
Esistono diverse modalità:
Moxa indiretta, con piccoli coni posti su un supporto isolante.
Moxa a bastoncino, avvicinata alla pelle senza contatto diretto.
Il calore ha un potente effetto vasodilatatore, stimola la circolazione locale, riduce spasmi muscolari e rafforza l’energia vitale (Qi). Per i pazienti che temono aghi e punture, la moxibustione offre un’esperienza piacevole, rilassante e spesso associata a un senso di comfort immediato.
Cupping: la stimolazione tramite coppette
Il cupping o coppettazione è un’altra tecnica diffusa, utilizzata da secoli nella medicina orientale. Consiste nell’applicare coppette di vetro, silicone o plastica sulla pelle creando un effetto di suzione.
Questa metodica:
stimola la microcircolazione;
riduce tensioni muscolari e rigidità articolare;
favorisce il drenaggio linfatico e l’eliminazione delle tossine.
Pur non essendo priva di segni cutanei temporanei (i classici cerchi rossastri), il cupping è totalmente non invasivo e rappresenta un valido sostituto dell’agopuntura nei casi di dolore muscolo-scheletrico, affaticamento e stress cronico.
Digitopressione e tecniche manuali
Un’alternativa molto accessibile è la digitopressione (acupressure), che stimola gli stessi punti dell’agopuntura attraverso la pressione esercitata con le dita, i polpastrelli o strumenti arrotondati.
È una pratica che può essere insegnata al paziente per l’autogestione di alcuni sintomi, come mal di testa episodici, tensione cervicale, nausea o ansia. Non richiede strumenti particolari e ha il vantaggio di aumentare il senso di autonomia terapeutica.
Altre tecniche manuali affini comprendono:
il tui na (massaggio tradizionale cinese),
lo shiatsu (giapponese),
manipolazioni dolci che seguono i meridiani energetici.
Tutte queste modalità offrono stimolazioni non invasive, mantenendo il legame con la filosofia dell’agopuntura.
Per quali pazienti sono indicate le tecniche senza aghi
Le metodiche descritte risultano particolarmente adatte a:
adulti con fobia marcata degli aghi;
neonati e bambini fino agli 8 anni;
pazienti con stati ansiosi che peggiorerebbero con le punture;
soggetti con pelle fragile o condizioni dermatologiche che sconsigliano inserimenti cutanei;
persone che preferiscono approcci più dolci e progressivi alla terapia.
È importante sottolineare che queste tecniche non sostituiscono del tutto l’agopuntura classica, ma possono rappresentare un ponte terapeutico o un’integrazione. In molti casi, infatti, i pazienti iniziano con stimolazioni superficiali per poi, nel tempo, affrontare con più serenità anche trattamenti con aghi tradizionali.
Conclusioni
La paura degli aghi non deve essere un ostacolo alla possibilità di ricevere i benefici della medicina tradizionale orientale. Tecniche come lo Shonishin, la moxibustione, il cupping e la digitopressione dimostrano che esistono vie terapeutiche efficaci e indolori, perfette per gli adulti che provano ansia o rifiuto all’idea di una puntura.
L’approccio senza aghi mantiene la filosofia di fondo dell’agopuntura: stimolare l’organismo ad autoguarirsi e riequilibrarsi. La scelta del metodo più adatto dipende dal quadro clinico, dalle preferenze personali e dalla guida di un professionista esperto.
In definitiva, l’agopuntura senza aghi non è una “versione minore”, ma una declinazione complementare, in grado di rispondere alle esigenze di chi desidera curarsi senza paura.
Bibliografia scientifica essenziale
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Zhang Q, Yue J, Lu Y, Sun Z. Shonishin and pediatric acupuncture: a review of clinical applications. J Altern Complement Med. 2018.
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